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Convocazione Carlo Gasparri

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Messaggio  Genio delle Coti Dom Apr 19, 2009 7:35 pm

Come sapete, anche se alla notizia non è stata data grande enfasi, il Gasparri è stato chiamato a far parte di una commissione ministeriale pe rvalutare l'impatto delle immersioni nelle AMP.
Aspettiamo i risultati di questa convocazione con molta fiducia nel ns inviato speciale (un po' meno nel ministero..) mentre continuano le rosicate delle più 'importanti' associazioni ambientaliste.

L'ultima chicca è su http://www.parks.it/news/dettaglio.php?id=5470.
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Messaggio  Visir Mer Apr 22, 2009 8:45 pm

Ho lasciato passare qualche giorno per metabolizzare i commenti.
Proviamo a fare un po' di cronistoria:

11 aprile: TEnews titola
MONTECRISTO E PIANOSA APERTE ALLE VISITE SUBACQUEE
LO ANNUNCIA CARLO GASPARRI, CHE E’ STATO NOMINATO DAL MINISTRO DELL’AMBIENTE COMPONENTE DI UNA COMMISSIONE DI STUDIO SULLE AREE MARINE PROTETTE: "IL MODELLO-SCOGLIETTO POTREBBE ESSERE L'IDEALE"


Pianosa e Montecristo aperte alle immersioni, e aree marine protette modello-Scoglietto. Carlo Gasparri, ex campione del mondo di pesca subacquea, giornalista, già consulente della trasmissione Rai “Linea Verde”, e attualmente presidente dell’associazione “Arcipelago Libero”, è stato chiamato dal ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo a far parte della Commissione di Studio incaricata della verifica della fattibilità dell’estensione delle attività di immersione nelle acque delle aree marine protette.

La commissione si è riunita per la prima volta lunedì scorso, e la fruibilità delle aree marine protette è stato il primo argomento discusso. “Anche perché - ci ha anticipato Gasparri – il ministro dell’Ambiente ha intenzione già quest’anno di aprire le Amp già esistenti alla possibilità di immersioni. Al momento – ha ricordato Gasparri – l’Elba e l’Arcipelago Toscano non hanno questo problema, perché fino ad oggi non si è trovato l’accordo con i sindaci del territorio necessario per la istituzione delle Amp. Sarebbe invece importante accelerare il provvedimento, perché potrebbe rappresentare un importante volano per il turismo locale, sia d’estate che d’inverno”.

La novità più importante fra quelle discusse, però riguarda le due “isole proibite” dell’Arcipelago Toscano, vale a dire Pianosa e Montecristo. “Ci sarà un’apertura – ha anticipato Carlo Gasparri – anche perché non si capisce come possano passare navi a poca distanza che potenzialmente scaricano in mare di tutto, e poi invece si vieti (come nel caso di Montecristo) anche soltanto di mettere un piede in acqua agli sparuti gruppetti di visitatori finora ammessi. La stessa commissione ha concordato come sia assurdo pensare che una persona che fa il bagno o si immerge in apnea per fare snorkeling possa mettere in difficoltà gli ecosistemi. L’ambiente va protetto, ma reso anche fruibile".

"Un ambiente chiuso – secondo l’ex campione del mondo di pesca subacquea – non serve a nessuno. Pensiamo ad una apertura guidata e controllata a Pianosa e Montecristo, con la possibilità di fare immersioni con guide ambientali, o quantomeno con istruttori subacquei che abbiano la conoscenza della flora, della fauna e delle biocenosi marine”.

Facile immaginare le ricadute positive che ci potrebbero essere per il turismo dell’arcipelago, ed inevitabile ripensare alle future Amp dell’Isola d’Elba con analoghe potenzialità di attrattiva. “Il modello - Scoglietto potrebbe essere l’ideale - ha detto ancora Gasparri – secondo noi, e secondo la commissione, questo tipo di sistema di tutela biologica è il migliore, anche perché viene protetto direttamente dagli stessi fruitori: i subacquei, i diving e gli stessi pescatori. Il prossimo 27 aprile presenteremo le conclusioni di questa prima serie di lavori fatti dalla commissione, e da lì si partirà per portare avanti abbastanza presto la soluzione anche per le nostre Amp, che – ha concluso Gasparri – sono necessarie ma dovranno essere a misura d’uomo”.


In buona sostanza, la proposta di Carlo consiste semplicemente nel cercare di eliminare i demenziali divieti attualmente esistenti rispetto a balneazione, snorkeling e immersioni (Montecristo off-limits, Pianosa ridotta ai saltuari bidé a Cala Giovanna, le poche volte che è aperta alle visite...) consentendo un'apertura "GUIDATA E CONTROLLATA".
E vediamo le reazioni.....
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Messaggio  Visir Mer Apr 22, 2009 9:09 pm

La prima reazione esce il 15 su Grenreport.it e viene poi ripresa da Elbareport il giorno successivo: a parlare, ovviamente, Umberto Mazzantini.

Lo strano caso delle immersioni subacquee nelle aree marine protette

In questi giorni alcuni articoli sulla stampa locale riportano la notizia della possibile fine dei divieti di balneazione ed immersione nelle Aree marine protette (Amp) dell’Arcipelago toscano ed in tutte le altre. Il ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo in persona avrebbe convocato a Roma un ex campione del mondo di pesca subacquea elbano per far parte della commissione di studio per la verifica della fattibilità dell’estensione delle immersioni nelle Amp ed i due si sarebbero trovati d’accordo (...) «sull’opportunità di aprire già quest’anno le aree ai subacquei, che non si capisce quanto possano inquinare più delle navi che transitano a poca distanza e che potenzialmente scaricano a mare di tutto».

Tutti sono in trepida attesa degli sviluppi di questo summit che potrebbe permettere ai sub accompagnati da guide ambientali di immergersi nelle aree marine protette di Giglio e Giannutri. «Per saperne di più – scrive il Tirreno - bisognerà attendere il 27 aprile, giorno in cui la commissione presenterà le sue conclusioni (...).

Sulla questione abbiamo sentito Legambiente Arcipelago toscano: «Non sappiamo se prenderla a ridere – dice il portavoce Umberto Mazzantini - Sembra uno scherzo che il ministro dell’ambiente non sappia che nelle aree protette a mare del parco nazionale dell’Arcipelago toscano le immersioni sono già consentite in zona 2. Non vorremmo che qualcuno dopo la disavventura di Fini a Giannutri la scorsa estate, beccato in zona 1, cioè riserva integrale, volesse provare ad andarsi a fare le immersioni esclusive anche a Montecristo che è una riserva integrale con diploma europeo… Inoltre Pianosa, Montecristo, Giannutri, Gorgona e Capraia sono un´altra cosa rispetto ad un’area marina protetta già istituita (cartografia allegat, ndr), sono zone di mare protetto affidate al parco in attesa che si istituisca l’Amp prevista dalla legge 979 che risale addirittura al 1982, hanno quindi regole e divieti definiti da un Decreto del Presidente della Repubblica, per cambiare quelle regole ci vuole un altro Dpr e bisogna sentire il parco e la regione, non basta fare l’ennesima commissione a Roma».

E per le immersioni al Giglio e Pianosa?
«Al Giglio il problema delle immersioni non si porrebbe nemmeno con l’istituzione dell’Area marina protetta (che non c’è ancora) perché la perimetrazione proposta dal comune ed accolta da ministero non prevede zone A di protezione integrale. Per Pianosa questi superesperti riuniti al ministero farebbero bene a dire al ministro Prestigiacomo di darsi da fare per sbloccare le autorizzazioni per le boe per le immersioni subacquee che il parco aspetta di mettere da anni».

Però una regolamentazione per le immersioni nelle Amp sarebbe necessaria
«Così necessaria che esiste già: è stato già fatto un serissimo tavolo di lavoro tecnico al ministero dell’ambiente, al quale hanno partecipato tutte le maggiori associazioni subacquee, quelle ambientaliste ed esperti, che nel 2008 ha approvato un protocollo d’intesa sulla gestione sostenibile delle attività subacquee nelle aree marine protette, quindi si sta parlando di una cosa che già esiste, che noi abbiamo fatto conoscere quando si aprì l’infuocato dibattito sulle Amp. Il ministro dovrebbe conoscerla, visto che l’ha prodotta il suo ministero… Quindi, il protocollo di cui si parla come una splendida novità c´è già, è avanzato e discusso e concordato con tutti i soggetti rappresentativi, dice le stesse cose di cui parlano oggi i giornali con sorpresa ed è grottesco che il ministro non lo sappia».


Lo stile è inconfondibile: leggi, leggine e decreti snocciolati fitti fitti, con la solita intenzione di stabilire che "gli altri" non capiscono mai un beato cazzonulla.
Importantissima, però, la presa di posizione su Pianosa:
"Per Pianosa questi superesperti riuniti al ministero farebbero bene a dire al ministro Prestigiacomo di darsi da fare per sbloccare le autorizzazioni per le boe per le immersioni subacquee che il parco aspetta di mettere da anni".
Sembra quindi un semplice mettere le mani avanti: Mazzantini è FAVOREVOLE a una "apertura guidata e controllata" ala subacquea, perlomeno a Pianosa.
Dubito che la cosa valga anche per Montecristo, per via della solita cazzata del "Diploma Europeo", ma in buona sostanza mi sembra che se vivessimo in un Paese NORMALE, sarebbe facilissimo mettere d'accordo Gasparri e Mazzantini (e me, che non conto un cazzo ma sarei ugualmente contento Very Happy )
Particolarmente curiosa la nota su 'sto "Protocollo", che come vedremo diventerà il cardine di ogni polemica: qualcuno mi spiega DOVE E QUANDO Gasparri ha detto che il Protocollo non gli sta bene????
What a Face What a Face What a Face
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Messaggio  Visir Dom Apr 26, 2009 10:15 pm

il 16 aprile, su Greenreport.it, esce una sorta di nota ufficiale di Legambiente:

Legambiente: per la subacquea nella Aree marine protette il protocollo c’è già
LIVORNO. Sullo strano caso della “commissione di studio sulla subacquea nelle aree marine protette” (Amp) interviene anche Legambiente nazionale che dice che questo ennesimo organismo (a proposito non si era detto che il governo avrebbe “sfoltito” queste “inutili” commissioni e tavoli?) sarebbe stato messo in piedi soprattutto con l’intento di ridiscutere e cambiare le regole nelle acque ricomprese nel Parco nazionale dell’arcipelago Toscano ed esattamente nelle zone di riserva integrale (zone 1m) a Giannutri e Montecristo, come previste dal DPR istitutivo del parco del 1996».

Secondo le notizie di stampa la Commissione da poco attivata dal ministero dell’ambiente sarebbe composta da dai massimi dirigenti ministeriali, dal capo della segreteria tecnica del ministro Prestigiacomo, l’avvocato Pelaggi, dal presidente del Consorzio interuniversitario per le scienze del mare (Conisma), da dirigenti dell’Ispra (ex Icram) e da un ex campione di pesca subacquea, «sarebbero stati esclusi – sottolineano gli ambientalisti - tutti i soggetti rappresentativi del mondo della subacquea e che hanno adottato di concerto con lo stesso Ministero il “Protocollo tecnico per la subacquea sostenibile nelle aree marine protette”».

Ma cosa è questo protocollo che ora il ministero sembra ignorare? Legambiente spiega che si tratta del frutto di «Un lavoro durato tre anni portato avanti da un tavolo tecnico presieduto dalla Direzione per la protezione della natura del ministero dell’ambiente e che ha visto il coinvolgimento di una vasta platea di soggetti, oggi ignorati inspiegabilmente».

Infatti nella nuova “Commissione” a parte l’Icram, presente anche oggi con gli stessi dirigenti di un anno e mezzo fa, allora vennero coinvolti il Reparto ambientale marino delle Capitanerie di Porto, la Federparchi in rappresentanza degli Enti gestori delle Amp e dei parchi nazionali costieri, tutte le principali Didattiche e Federazioni Nazionali ed Internazionali operanti in Italia (Adisub, Assosub, Cias, Cmas, Fipsas, Hsa Italia) e le maggiori associazioni ambientaliste che si occupano di mare: Greenpeace, Legambiente, Lega Navale Italiana, Mareamico, Marevivo, Verdi Ambiente e Società e Wwf.

«Il Protocollo tecnico – sottolinea Legambiente - ha consentito di definire regole di riferimento chiare per le attività subacquee ricreative, basate su principi uniformi, da applicare a tutto il sistema delle aree marine protette nelle diverse fasi di istituzione, revisione e gestione delle stesse, nonché un Codice di condotta nazionale da adottare nelle regolamentazioni delle Amp e, su base volontaristica, all’esterno delle Amp. I risultati sono già importanti ed evidenti: i contenuti tecnici del Protocollo vengono adottati dallo stesso ministero dell’ambiente in tutti i nuovi decreti istitutivi e di aggiornamento delle Amp nonché nei nuovi regolamenti». Infatti, la cosa più strana è che recentemente proprio il ministro Prestigiacomo ha firmato i decreti di approvazione dei regolamenti delle Amp di Portofino, Isole Pelagie, Isola di Bergeggi, Plemmirio e Torre Guaceto, che recepiscono proprio quel Protocollo tecnico che ora si ignora.

A preoccupare l’associazione ambientalista è il modello gestionale suggerito dalla “commissione per la subacquea”, ovvero le zone di tutela biologica «che non sono né aree marine protette né parchi nazionali, ma aree dove è vietata la pesca non dal ministero dell´ambiente, ma da un altro ministero, quello delle politiche agricole e forestali».

E per quanto riguarda il caso dell’Arcipelago toscano la confusione sembra ancora più forte: «Ricordiamo al Ministero – dice Legambiente - che per cambiare le regole a Giannutri e a Montecristo non serve una commissione, ma un nuovo decreto firmato dal Presidente Napolitano d’intesa con la regione Toscana. Andrebbe poi coinvolto l’ente parco nazionale, preposto dal ministero e dalla legge alla gestione delle aree di mare comprese nel perimetro del parco. Insomma, se si vuole ragionare sulla subacquea per davvero, il Protocollo tecnico è un prodotto avanzato e condiviso che si può eventualmente aggiornare con il contributo di tutti, ma anziché ridiscutere le regole a Giannutri e a Montecristo sarebbe il momento di istituire una area marina protetta vera e propria, con zone A, B e C, più aperta alla fruizione e più simile al quadro nazionale del mare protetto».
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Messaggio  Visir Dom Apr 26, 2009 10:26 pm

Sempre il 16, sempre su Greenreport.it, la solita uscita del solito Renzo Moschini, il più noioso ed inutile presenzialista ambiental-parchista. Anche stavolta non si smentisce, dice due banalità senza capo né coda come suo costume, e via andare. Dev'essersene accorto perfino Sergio Rossi, che stranamente non lo pubblica. E se non lo pubblica lui, dovremmo pubblicarlo noi?? Very Happy Very Happy

poi Sergio dev'essersi sentito in colpa, e nei giorni successivi si rifà con ben DUE inutili scritti Moschineschi... meno male che Elbareport consente di saltare velocemente da un articolo all'altro... Very Happy

Ora io mi chiedo: esprimere la propria opinione è un diritto inalienabile. Ma non è un obbligo costituzionale... oggiù, Moschi', e statte zitto ogni tanto... alien

Toh, ci schiaffo pure una delle mie primissime vignette, mi pare pure inedita....


Ultima modifica di Visir il Dom Apr 26, 2009 10:55 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio  Visir Dom Apr 26, 2009 10:40 pm

Greenreport.it, 17 aprile:

Mario Tozzi: «Aree marine protette nel mirino dei soliti noti. Ne parlerò con Napolitano»
di Mario Tozzi
PORTOFERRAIO. Sul caso della “Commissione sulle Aree marine protette”, che dovrebbe rivedere le regole per le immersioni a partire da Montecristo, Giannitri e Gorgona, interviene oggi proprio il parco nazionale dell’Arcipelago toscano, al quale quei tratti di mare sono stata affidati con il decreto istitutivo del Presidente della Repubblica.

«Voci incontrollate si stanno diffondendo a proposito di aree marine protette (Amp) e dell’Arcipelago toscano in particolare – si legge in una nota del parco - All’interno del ministero dell’ambiente sarebbe stata attivata una “commissione di studio sulla subacquea nelle aree marine protette”, composta, oltre che da dirigenti ministeriali, dal capo della segreteria tecnica del ministro Prestigiacomo, avvocato Pelaggi, appassionato subacqueo, dal presidente del Conisma (il consorzio interuniversitario per le scienze del mare), da dirigenti dell’Ispra (ex Icram) e da un unico sedicente esperto tecnico (peraltro non si sa in quale disciplina ambientale), l’ex campione di pesca subacquea Gasparri. Non si conosce quale elaborato dovrebbe essere prodotto dall’autorevole consesso e soprattutto che novità dovrebbe portare rispetto al “Protocollo tecnico per la subacquea sostenibile nelle aree marine protette” adottato poco meno di un anno fa dopo un lungo lavoro di concertazione».

Anche per il presidente del parco dell’Arcipelago, Mario Tozzi, quel Tavolo tecnico sembrava «maggiormente rappresentativo, visto che comparivano il Reparto ambientale marino delle Capitanerie di Porto, la Federparchi (in rappresentanza degli enti gestori delle aree marine protette e dei parchi nazionali costieri), tutte le principali didattiche e federazioni nazionali ed Internazionali operanti in Italia (ADISUB, ASSOSUB, CIAS, CMAS, FIPSAS, HSA Italia), e, non ultime, tutte le maggiori associazioni ambientaliste in campo marino (Greenpeace Italia, Legambiente, Lega Navale Italiana, Mareamico, Marevivo, Verdi Ambiente e Società e WWF Italia); tutti questi organismi non sono stati convocati nell’attuale commissione».

La nota del parco spiega che «I contenuti tecnici del Protocollo sono già adottati dallo stesso ministero dell’ambiente in tutti i nuovi decreti istitutivi e di aggiornamento delle Amp nonché nei nuovi regolamenti. Da poche settimane proprio il Ministro Prestigiacomo ha firmato i decreti di approvazione dei regolamenti delle Amp di Portofino, Isole Pelagie, Isola di Bergeggi, Plemmirio e Torre Guaceto, che recepiscono tale Protocollo tecnico».

Per Tozzi «C’è il sospetto che l’obiettivo della commissione, vista la composizione, possano essere, più che le aree marine protette, le acque ricomprese nel parco nazionale dell’Arcipelago toscano, in particolare le zone di riserva integrale (zone 1m) di Giannutri e Montecristo, come previste dal Dpr istitutivo del

parco del 1996. O i più stretti collaboratori del Ministro non sono al corrente delle attività portate avanti, nelle stesse ore, dallo stesso Ministero, o la Commissione non conosce la differenza tra Amp, parchi nazionali e zone di tutela biologica. Sarebbe opportuno ricordare che per cambiare le regole a Giannutri e a Montecristo non basta una commissione, ma occorre un nuovo decreto firmato dal Presidente Giorgio Napolitano d’intesa con la regione Toscana. Pensando che, ovviamente, sia frutto di una svista non aver coinvolto

in nessuna misura l’Ente Parco nazionale, preposto dal ministero, e dalla legge, alla gestione delle aree di mare comprese nel perimetro del parco».

Insomma, come già aveva detto Legambiente, «esiste già un protocollo tecnico avanzato e condiviso e nessuno può ridiscutere le regole di Giannutri e di Montecristo senza aver prima istituito una area marina protetta vera e propria, con zone A, B e C, più simile al quadro nazionale del mare protetto. A meno che dietro tutto questo improbabile lavoro di revisione delle regole avviato in modo semiclandestino non si celino le solite velleità di qualche dignitario di partito appassionato di subacquea di immergersi nelle acque proibite dei parchi».

La nota dell’area protetta sottolinea che «Il parco nazionale dell’Arcipelago toscano crede che la notizia sia solo un “ballon d’essai”, ma, ad ogni buon conto, coglierà l’occasione della prossima giornata delle oasi del WWF Italia per rendere pubblica, nelle occasioni televisive e di stampa, la remota possibilità che si possano compiere immersioni in zona di riserva integrale (visto che nelle altre zone sono già possibili e che l’Ente Parco le favorisce già da tempo) senza nemmeno consultare gli enti gestori. Il Presidente Mario Tozzi, invitato dal Presidente Giorgio Napolitano a premiare i migliori lavori ambientali nella tenuta di Castelporziano, esprimerà tutta la sua preoccupazione, riguardo le aree di protezione marina, ufficialmente e direttamente alla più alta autorità dello Stato».
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Messaggio  Visir Dom Apr 26, 2009 11:35 pm

Allora, cerchiamo di capirci e di attribuire le frasi ai loro estensori.
L'articolo su Greenreport esce il 17 a firma Mario Tozzi. Lo stesso articolo è però in terza persona, e a sua volta cita Tozzi. E parla di una nota "dell'Ente Parco". Il testo è semplicemente "redazionato", attribuendo una frase ora al Parco ora a Tozzi.
Sul sito Pnat, il tutto sembra scritto da Michele Corsi, ma è lecito supporre che si sia limitato a mettere on line il comunicato.
( http://www.islepark.it/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=2&Itemid=30&lang=it )
La firma finale è "Parco Nazionale Arcipelago Toscano"

Insomma, chi l'ha scritto? Tozzi? Zanichelli sembrerebbe di no, stando ai nostri informatori... rabbit
Comunque, lo scopiazzamento della nota di Legambiente (chissà, l'avrà scritta Mazzantini o Babbo Natale?? Idea ) è palese (per fortuna che almeno viene citata..)...

Vabbé, due articoli, nessun padre certo. Ma l'ispiratore è certo. santa
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Messaggio  Visir Dom Apr 26, 2009 11:41 pm

Lo stesso articolo sarà poi pubblicato anche da TEnews, il 21 aprile.
Ma sulla stessa TEnews, il 19, appare il commento del WWF. Mica ci riproporrà la solita zuppa del "protocollo", eh??.....


"MINISTRO, VUOL SMONTARE LE AREE MARINE PROTETTE?"
IL WWF CHIEDE RASSICURAZIONI: IN DISCUSSIONE GLI STRUMENTI DI TUTELA ADOTTATI PER LE AMP. NON SI BUTTI A MARE TUTTO IL LAVORO FATTO"

"Tutelare i nostri mari e le nostre coste è stato sempre molto difficile a causa dei mille interessi privati che spingono per un utilizzo depredatorio e dilapidatorio di questi ambienti piuttosto che per un utilizzo conservativo e sostenibile nel lungo periodo.

Solo un anno fa è stato approvato, con un ampio lavoro che ha coinvolto molteplici soggetti delle Istituzioni, delle Associazioni di categoria, delle Associazioni ambientaliste un "Protocollo tecnico per la subacquea sostenibile nelle aree marine protette".

Invece di cercare di dare concreta e solida applicazione a questo protocollo, in questi giorni si stanno moltiplicando le voci sulla creazione ad hoc di una commissione da parte del Ministero dell’Ambiente per ridefinire le norme sull’attività subacquea nelle aree marine protette.

Si vuole buttare a mare (la terminologia è calzante) tutto il lavoro svolto? E per quale motivo? E su quali basi tecniche, scientifiche, normative? Preoccupante è in questo senso sicuramente il fatto che da questa commissione, a quanto risulta, sarebbero esclusi i diretti interessati, e cioè i Parchi, e anche tutta una serie di soggetti qualificati che avevano dato un apporto costruttivo al precedente tavolo che ha portato al suddetto Protocollo, fra cui le maggiori Federazioni di categoria (ADISUB, ASSOSUB, CIAS, CMAS, FIPSAS, HSA Italia ) e le maggiori Associazioni ambientaliste (fra cui anche il WWF, insieme a Greenpeace, Legambiente, Marevivo ed altre).

Molti fra i soggetti gestori delle Aree Marine Protette hanno fra l’altro concluso i propri regolamenti da poco tempo, tenendo come riferimento proprio il protocollo di intesa che oggi sembra rimesso in discussione. Che si voglia andare a colpire là dove l’iter di istituzione delle Aree Marine Protette ancora non è giunto a conclusione, come nel caso dell’Arcipelago Toscano?

In questo senso non possiamo che condividere le preoccupazioni della Presidenza del Parco dell’Arcipelago che ha giustamente evidenziato il pericolo che correrebbero delle zone che sono cruciali per la conservazione della biodiversità delle nostre isole (basti pensare alle zone di riserva integrale di Giannutri e Montecristo). Chiediamo pertanto urgenti rassicurazioni da parte del Ministero dell’Ambiente, sul fatto che non si stia lavorando ad una deregulation nella tutela delle nostre coste.

Quello che è necessario è proprio l’opposto, cioè adoperarsi per la conservazione di quel patrimonio che stiamo perdendo e che non tornerebbe mai più; è necessario adoperarsi perché si arrivi finalmente ad una articolata rete di aree marine protette, dotate di adeguata regolamentazione, a partire proprio dall’Arcipelago Toscano. Questo perché è da lì che partirà anche la valorizzazione e uno sviluppo ‘durevole’ e sostenibile dei territori e delle economie legate a quelle aree.
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Messaggio  Visir Dom Apr 26, 2009 11:54 pm

E allora, 'sto famoso protocollo?
Il 17, Alessandro Giannì, Direttore delle Campagne di Greenpeace Italia, scrive a Elbareport.
Esprime le sue perplessità, e cosa che a me piace particolarmente, PUBBLICA il testo. Beh, bravo anche a Sergio Rossi, visto che in realtà il testo lo pubblica lui....

Caro Sergio,
sono confuso (sarà l'età), e ti scrivo d'impulso dopo essere stato allertato da amici prima, e aver avuto conferma dopo (da Elbareport), di curiose manovre sulla subacquea nelle Aree Marine Protette (AMP).

Non ne so molto, visto che al tavolo tecnico del Ministro Prestigiacomo non sono stato invitato. Ma ne so qualcosa perchè sulla subacquea nelle AMP ci ho lavorato assieme a esperti di Associazioni (anche di pescatori subacquei, come ad esempio la FIPSAS cui è affiliato il Circolo Teseo Tesei di Portoferraio). Assieme, con un percorso difficile ma condiviso, abbiamo partorito un documento che mi pare (senza presunzione, spero) di facile lettura: un protocollo d'intesa sulla sostenibilità delle attività subacquee nelle AMP.
Te lo allego, hai visto mai che qualcuno (grazie a Elbareport) se lo legge?

Siccome sono uno di quelli che ha partecipato alla progettazione delle famose "boe di Pianosa" (su quelle dello Scoglietto, ci torno tra un secondo...) mi pare di essere ben schierato: l'accesso alle zone a "maggiore protezione" dei sub è possibile, con le dovute cautele. Che poi queste zone devono essere più grandi è ormai un dato assodato dalla scienza. Ammesso che a qualcuno interessi ripopolare il mare.
Con Carlo Gasparri (leggo il suo nome e per questo lo cito), ci siamo più volte trovati d'accordo sul fatto che l'Elba un modello di riferimento ce l'ha, e pure vicino. C'è la Corsica a due passi con una
rete di aree protette che il mare lo tutelano per davvero con aumenti di certe specie che hanno dell'incredibile: 70 volte (in dieci anni) per le corvine (vulgo elbano: coravalli) e c.a. 40 per le cernie.

Non ho capito bene, quindi, che cosa si stia cercando questo nuovo e segreto "tavolo". Temo, rogne.

Vorrei capire che ne pensano gli attori socio economici dell'Arcipelago Toscano (politici, operatori turistici...) di manovre che mirano a ridurre scriteriatamente la tutela di quel poco che resta del "bene ambientale" su cui si basa l'economia delle isole in questione. Hai voglia poi a lamentarsi se i turisti non vengono: che ci vengono a fare, se trovano all'Elba lo stesso mare che c'è a Calafuria?

Detto questo, permettimi una notarella sul progetto delle "boe allo Scoglietto" (altro protocollo d'intesa) che Greenpeace, Teseo Tesei e Lega Navale hanno promosso. La nota è breve perchè la pazienza è al limite: il Comune di Portoferraio ha preso un impegno, esattamente come noi "promotori". Il "nostro" impegno era di presentare un progetto e l'abbiamo fatto. Adesso il Comune deve finanziarlo. Non "promettere di", giusto prima delle elezioni. Ci aspettiamo a breve fatti concreti.

Stammi bene

Alessandro Giannì


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Convocazione Carlo Gasparri Empty Re: Convocazione Carlo Gasparri

Messaggio  Visir Lun Apr 27, 2009 12:01 am

Il protocollo è molto lungo, e spesso ripetitivo. Per facilitare la lettura, consiglio questo link, dove è molto ben impaginato:
http://www.2000sub.org/articoli/protocollo_tecnico.html
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