E SE SI CACCIA I CACCIATORI?
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E SE SI CACCIA I CACCIATORI?
E SE SI CACCIA I CACCIATORI?
Se proprio vogliamo parlare di Parco
Caro amico YURI...mi consenta.
Innanzi tutto tengo a precisare che non sono nč seguace nč amante dell'arte di Diana, ma giocoforza preso nel gorgo delle discussioni, vorrei anch'io parlare civilmente sul problema Parco spezzando come si dice in gergo "una lancia" in favore dei cacciatori.
Giā perche in una piccola isola l'attivitā venatoria č parte essenziale dell'ambiente, almeno questo č il mio pensiero. L'esclusione o la limitazione della caccia nei parchi nazionali in generale, corrisponde alla necessitā di creare dei polmoni capaci di diffondere ben al di lā dei confini del parco il ripopolamento della selvaggina, creando un Habitat che restituisca agli animali e alloro sviluppo, lo spazio sottratto dagli insediamenti umani e dalle attivitā connesse, e riducendo l'ambiente ad uno stato di migliore equilibrio.
Su grandi estensioni territoriali questo trova piena giustificazione, pur realizzando una ulteriore modificazione dell'ambiente, in questo caso progettata per una finalitā ponderata.
Ma in estensione limitata, i rapporti fra territorio ed abitanti animali compresi sono diversi.
Come nei tempi antichi nella nostra cittā cinta di mura medicee ogni spazio era funzionale alla vita ed alla difesa della comunitā, cosė nella nostra piccola isola non č possibile svincolare il territorio dall'uso di chi vi appartiene.
L'esclusione dell'attivitā venatoria od anche la sua limitazione significherebbe l'abbandono delle montagne, dei suoi mille sentieri che conducono a localitā dai mille nomi, dove si trovano caprili di antichi pastori, sorgenti e panorami superbi, ecco! Quei mille sentieri sono stati mantenuti aperti non certo dai nostri zelanti ambientalisti ne tantomeno dagli amministratori, fossilizzati sulle loro poltrone incapaci di mantenere verde e pulito anche un piccolo spartitraffico, ma bensė dai cacciatori che conoscono le nostre montagne come nessun altro, perchč sono eredi di una consuetudine millenaria.
Bisogna vederli miei cari amici! Viverci con i cacciatori e spiarli quando si muovono per quei sentieri, vedere la loro capacitā di sentire la selvaggina, di fiutare la presenza del cinghiale e leggergli negli occhi l'ammirazione quasi orgogliosa per quel che si vede di lassų, solo allora si capisce appieno questo esercito in armi, si capisce che ha una conoscenza della natura che č di per sč sufficiente garanzia per l'ambiente.
Anzi dirō di piu, il contributo regolamentato, programmato, verificato dei cacciatori locali puō senz'altro diventare strumento organico nella gestione di alcuni aspetti della vita del parco. Non intendo con questo schierarmi, ma queste sono considerazioni che credo ogni cittadino in un paese democratico (per definizione ) possa ponderare e giudicare, anche se certamente non č il solo problema nei riguardi della diatriba in atto riguardante il progetto ambiente.
E se il presidente Tozzi ed il ministro dellambiente in carica conoscessero appieno questo esercito, il loro amore per la natura, il loro rispetto per ciō che in fondo gli appartiene e che non gli č stato "regalato" come premio elettorale, forse lascerebbero la salvaguardia della nostra isola agli isolani che altro non chiedono se non la libertā di disporre di un territorio che gli appartiene da generazioni e li ha visti fino ad oggi protagonisti, isolani che certamente non hanno mai avuto "piaghe da decubito" dovute a seggioloni.
Ma questo loro duri e puri ambientalisti non lo possono sapere (non delle piaghe da decubito che conoscono senzaltro), il nostro territorio lo hanno mai calcato, che ne sanno dei nostri colli, hanno mai visto il colore del nostro mare? .... forse l'unica "caccia" che hanno sempre praticato non li ha visti certamente nelle nostre campagne e sui nostri monti ..... ma in tutt'altre comode plaghe!
Giobbe da Cosmopoli
Se proprio vogliamo parlare di Parco
Caro amico YURI...mi consenta.
Innanzi tutto tengo a precisare che non sono nč seguace nč amante dell'arte di Diana, ma giocoforza preso nel gorgo delle discussioni, vorrei anch'io parlare civilmente sul problema Parco spezzando come si dice in gergo "una lancia" in favore dei cacciatori.
Giā perche in una piccola isola l'attivitā venatoria č parte essenziale dell'ambiente, almeno questo č il mio pensiero. L'esclusione o la limitazione della caccia nei parchi nazionali in generale, corrisponde alla necessitā di creare dei polmoni capaci di diffondere ben al di lā dei confini del parco il ripopolamento della selvaggina, creando un Habitat che restituisca agli animali e alloro sviluppo, lo spazio sottratto dagli insediamenti umani e dalle attivitā connesse, e riducendo l'ambiente ad uno stato di migliore equilibrio.
Su grandi estensioni territoriali questo trova piena giustificazione, pur realizzando una ulteriore modificazione dell'ambiente, in questo caso progettata per una finalitā ponderata.
Ma in estensione limitata, i rapporti fra territorio ed abitanti animali compresi sono diversi.
Come nei tempi antichi nella nostra cittā cinta di mura medicee ogni spazio era funzionale alla vita ed alla difesa della comunitā, cosė nella nostra piccola isola non č possibile svincolare il territorio dall'uso di chi vi appartiene.
L'esclusione dell'attivitā venatoria od anche la sua limitazione significherebbe l'abbandono delle montagne, dei suoi mille sentieri che conducono a localitā dai mille nomi, dove si trovano caprili di antichi pastori, sorgenti e panorami superbi, ecco! Quei mille sentieri sono stati mantenuti aperti non certo dai nostri zelanti ambientalisti ne tantomeno dagli amministratori, fossilizzati sulle loro poltrone incapaci di mantenere verde e pulito anche un piccolo spartitraffico, ma bensė dai cacciatori che conoscono le nostre montagne come nessun altro, perchč sono eredi di una consuetudine millenaria.
Bisogna vederli miei cari amici! Viverci con i cacciatori e spiarli quando si muovono per quei sentieri, vedere la loro capacitā di sentire la selvaggina, di fiutare la presenza del cinghiale e leggergli negli occhi l'ammirazione quasi orgogliosa per quel che si vede di lassų, solo allora si capisce appieno questo esercito in armi, si capisce che ha una conoscenza della natura che č di per sč sufficiente garanzia per l'ambiente.
Anzi dirō di piu, il contributo regolamentato, programmato, verificato dei cacciatori locali puō senz'altro diventare strumento organico nella gestione di alcuni aspetti della vita del parco. Non intendo con questo schierarmi, ma queste sono considerazioni che credo ogni cittadino in un paese democratico (per definizione ) possa ponderare e giudicare, anche se certamente non č il solo problema nei riguardi della diatriba in atto riguardante il progetto ambiente.
E se il presidente Tozzi ed il ministro dellambiente in carica conoscessero appieno questo esercito, il loro amore per la natura, il loro rispetto per ciō che in fondo gli appartiene e che non gli č stato "regalato" come premio elettorale, forse lascerebbero la salvaguardia della nostra isola agli isolani che altro non chiedono se non la libertā di disporre di un territorio che gli appartiene da generazioni e li ha visti fino ad oggi protagonisti, isolani che certamente non hanno mai avuto "piaghe da decubito" dovute a seggioloni.
Ma questo loro duri e puri ambientalisti non lo possono sapere (non delle piaghe da decubito che conoscono senzaltro), il nostro territorio lo hanno mai calcato, che ne sanno dei nostri colli, hanno mai visto il colore del nostro mare? .... forse l'unica "caccia" che hanno sempre praticato non li ha visti certamente nelle nostre campagne e sui nostri monti ..... ma in tutt'altre comode plaghe!
Giobbe da Cosmopoli
Giobbe da Cosmopoli- Messaggi : 57
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