MONTECRISTO Interrogativo storico su Puccini
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MONTECRISTO Interrogativo storico su Puccini
Puccini a Montecristo, leggenda o realtà?
In questo periodo di festeggiamenti per il 150° anniversario della nascita di Giacomo Puccini continua la diatriba dei pucciniani, con riferimento alla presenza del Maestro sull’isola di Montecristo.
Il grande compositore amico del marchese Carlo Ginori e amante della natura e del mare come pure della caccia, c’è stato o non c’è stato a Montecristo?
Opinioni diverse, spesso irrazionali e talvolta addirittura passionali, si sono combattute e ancora combattono per affermare la propria verità.
I fautori del “no” fanno riferimento ad una sua cartolina postale inviata nell’Ottocento ad un amico in cui afferma:
“Carissimo Paladini, dovevo andare a Montecristo un tempo. Mi imbarcai con Ginori sull’Urania, ma … un’avaria alla macchina e un libeccio sferrato c’impedirono di salpare e fu rimessa la gita alla quale prese parte il Principe di Napoli e io non potei essere del numero perché occupato a Torino per l’andata in scena della Bohème. Questa è la verità. I giornali hanno detto di me a Montecristo, ma io non ci fui mai. Così è e ti saluto. Giacomo”
Queste parole sembrano avvalorare la loro tesi e che ogni affermazione contraria è pura fantasia.
Altri ancora sono convinti dell’opposto e persistono alla ricerca del “si” assoluto, fuori di ogni dubbio.
Si legge spesso su libri e giornali che Puccini visitò più volte Montecristo. Assieme a Carlo Ginori e il figlio Renzo in compagnia del marchese Carlo Ridolfi, il conte Giovanni Fabbroni, Piero degli Antinori, Paolo Ruscelli, Eugenio Piccolini, Renato Fucini e l’abate don Luigi Randi passò ore liete e piacevoli sull’isola. Gli ospiti erano tutti buoni cacciatori. Da Cala Maestra spesso si incamminavano per i viottoli verso il Belvedere e altre colline coperte di lecci cercando soprattutto le capre selvatiche. Il monte Fortezza e il Monastero li guardavano maestosamente dall’alto. Il profumo di rosmarino inebriava il loro cammino e rendeva sicuro il passo..
Alcuni ricercatori dell’Associazione Amici di Montecristo hanno approfondito l’argomento e hanno trovato presenze di Puccini sull’isola allorché si parla di Carlo Ginori e dei suoi ospiti a Montecristo. Fra questi si trovava anche il Principe di Napoli, futuro regnante e padrone dell’isola.“Carlo Ginori invitava nell’isola i suoi amici e la caccia durava una settimana. Tra i suoi ospiti ricordiamo il sindaco di Bologna, Beppe Tanari, Ludovico e Piero Antinori (titolari di famose cantine), Renato Fucini (il celebre bozzettista toscano), il musicista Giacomo Puccini, il pittore Tito Conti, Ferdinando Martini (l’uomo politico di Monsummano). Le allegre brigate partivano da Livorno con lo yacht Urania e sbarcavano a Cala Maestra. Uno di quei viaggi stimolò la vena di Fucini che improvvisò i seguenti versi : Con tutti i venti, navigar è sempre da imprudenti. Vento a ponente, chi salpa dalla riva se ne pente. Il buon nocchier, con lo scirocco fresco, pensa ai suoi cari e si trattiene al desco.
Queste parole non sono in contrasto con le prime poiché si riferiscono sicuramente ad un periodo successivo.
E’ quindi verosimile, se non certo, che Puccini sia stato a caccia sull’isola di Montecristo.
Il fascino di Montecristo con la sua atmosfera di mistero fortificato dalla passione per la natura selvaggia, alla ricerca della preda da abbattere, stimolava la fantasia di Puccini che riusciva a esprimere la sua poetica creativa attraverso la musica. I momenti più meravigliosi delle sue opere mostrano tutta la bellezza del creato con l’affermazione dei valori migliori. I suoi più profondi sentimenti sublimati dalla profonda sensibilità umana e dalla grande vena poetica lo fanno vivere spesso in un mondo affascinante dove l’armonia delle note gli va rivivere le emozioni della realtà . Le esperienze di vita a Montecristo e la profonda amicizia per Carlo Ginori ispirarono sicuramente il Maestro durante le sue ore notturne al piano portandolo lontano dalla vita borghese verso l’eccellenza della melodia.
Raffaele Sandolo
Isola d’Elba
elbasun@infol.it
In questo periodo di festeggiamenti per il 150° anniversario della nascita di Giacomo Puccini continua la diatriba dei pucciniani, con riferimento alla presenza del Maestro sull’isola di Montecristo.
Il grande compositore amico del marchese Carlo Ginori e amante della natura e del mare come pure della caccia, c’è stato o non c’è stato a Montecristo?
Opinioni diverse, spesso irrazionali e talvolta addirittura passionali, si sono combattute e ancora combattono per affermare la propria verità.
I fautori del “no” fanno riferimento ad una sua cartolina postale inviata nell’Ottocento ad un amico in cui afferma:
“Carissimo Paladini, dovevo andare a Montecristo un tempo. Mi imbarcai con Ginori sull’Urania, ma … un’avaria alla macchina e un libeccio sferrato c’impedirono di salpare e fu rimessa la gita alla quale prese parte il Principe di Napoli e io non potei essere del numero perché occupato a Torino per l’andata in scena della Bohème. Questa è la verità. I giornali hanno detto di me a Montecristo, ma io non ci fui mai. Così è e ti saluto. Giacomo”
Queste parole sembrano avvalorare la loro tesi e che ogni affermazione contraria è pura fantasia.
Altri ancora sono convinti dell’opposto e persistono alla ricerca del “si” assoluto, fuori di ogni dubbio.
Si legge spesso su libri e giornali che Puccini visitò più volte Montecristo. Assieme a Carlo Ginori e il figlio Renzo in compagnia del marchese Carlo Ridolfi, il conte Giovanni Fabbroni, Piero degli Antinori, Paolo Ruscelli, Eugenio Piccolini, Renato Fucini e l’abate don Luigi Randi passò ore liete e piacevoli sull’isola. Gli ospiti erano tutti buoni cacciatori. Da Cala Maestra spesso si incamminavano per i viottoli verso il Belvedere e altre colline coperte di lecci cercando soprattutto le capre selvatiche. Il monte Fortezza e il Monastero li guardavano maestosamente dall’alto. Il profumo di rosmarino inebriava il loro cammino e rendeva sicuro il passo..
Alcuni ricercatori dell’Associazione Amici di Montecristo hanno approfondito l’argomento e hanno trovato presenze di Puccini sull’isola allorché si parla di Carlo Ginori e dei suoi ospiti a Montecristo. Fra questi si trovava anche il Principe di Napoli, futuro regnante e padrone dell’isola.“Carlo Ginori invitava nell’isola i suoi amici e la caccia durava una settimana. Tra i suoi ospiti ricordiamo il sindaco di Bologna, Beppe Tanari, Ludovico e Piero Antinori (titolari di famose cantine), Renato Fucini (il celebre bozzettista toscano), il musicista Giacomo Puccini, il pittore Tito Conti, Ferdinando Martini (l’uomo politico di Monsummano). Le allegre brigate partivano da Livorno con lo yacht Urania e sbarcavano a Cala Maestra. Uno di quei viaggi stimolò la vena di Fucini che improvvisò i seguenti versi : Con tutti i venti, navigar è sempre da imprudenti. Vento a ponente, chi salpa dalla riva se ne pente. Il buon nocchier, con lo scirocco fresco, pensa ai suoi cari e si trattiene al desco.
Queste parole non sono in contrasto con le prime poiché si riferiscono sicuramente ad un periodo successivo.
E’ quindi verosimile, se non certo, che Puccini sia stato a caccia sull’isola di Montecristo.
Il fascino di Montecristo con la sua atmosfera di mistero fortificato dalla passione per la natura selvaggia, alla ricerca della preda da abbattere, stimolava la fantasia di Puccini che riusciva a esprimere la sua poetica creativa attraverso la musica. I momenti più meravigliosi delle sue opere mostrano tutta la bellezza del creato con l’affermazione dei valori migliori. I suoi più profondi sentimenti sublimati dalla profonda sensibilità umana e dalla grande vena poetica lo fanno vivere spesso in un mondo affascinante dove l’armonia delle note gli va rivivere le emozioni della realtà . Le esperienze di vita a Montecristo e la profonda amicizia per Carlo Ginori ispirarono sicuramente il Maestro durante le sue ore notturne al piano portandolo lontano dalla vita borghese verso l’eccellenza della melodia.
Raffaele Sandolo
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